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          BOLLETTINO '900 - Discussioni / B, febbraio 2001             Successivo

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To: "Bollettino '900" <boll900@philo.unibo.it>
From: MariaTeresa Giaveri <mtgiaveri@iuo.it>
Reply To: <boll900@philo.unibo.it>
Subject: Re: B900, Discussioni/ A - Multiculturalismo

[in risposta a:
http://www.unibo.it/boll900/archivio/boll01da1.html]

Gentile Dottoressa,
mi permetta di porre diversamente il problema da lei
affrontato: quello della categorizzazione.
Nella sua splendida prefazione al catalogo della grande
mostra sul Simbolismo - organizzata dalla Bibliotheque
Nationale di Parigi in parallelo con Bruxelles - Paul Valery
discuteva appunto la "Existence du Symbolisme" (non a caso e'
anche il titolo del suo testo).
Il Simbolismo, secondo Valery, non e' mai esistito; vi
da' vita, trent'anni dopo, una Mostra che raccoglie
documenti di percorsi poetici e teorici difformi
e uniti semmai solo da una comune tensione etica.
Il Simbolismo, insomma, e' una categoria inventata a posteriori,
per facilitare e semplificare l'istituzionalizzazione di un
fenomeno complesso come l'attivita' compresente di Rimbaud
e Verlaine, la passione Wagneriana, le sperimentazioni del
versolibero, l'oscurita' programmatica di Mallarme',
le nuove tematiche di certi poeti belgi, il rifiuto della
pubblicazione nei canali tradizionali etc etc.
Un'etichetta - dice Valery - puo' servire per mettere una
bottiglia sullo scaffale. Non ci da' il sapore del vino che
vi e' contenuto. La mancanza di un'etichetta per una letteratura
in lingua italiana fuori dai confini italiani e' un fenomeno
parallelo all'invenzione dell'etichetta "francofonia" fatta
dalla Francia per tutto quello che, un secolo prima, si
poteva chiamava tranquillamente "letteratura francese" anche
se scritta da autori che appartenevano ad altri paesi. Cioe'
e' una scelta politica: la Francia ha una politica culturale
attenta e vivace: quindi a un certo punto inventa la
Francofonia, ne fa un ministero potente, lo usa per questioni
ben piu' immediate di commercio, di politica e di interventi
dell'esercito. L'Italia non ha una politica culturale e non
si preoccupa quindi di catalogare ufficialmente un fenomeno
(di misura peraltro piu' ridotta).
Personalmente la cosa non mi dispiace, anzi mi rallegra.
Le etichette si inventano a seconda della necessita'. Quindi
non vedo perche' non possa lei proporre un'etichetta se e
quando le serve: perlomeno non sara' un'etichetta
nata da esigenze politiche o, ancor peggio, di politica
universitaria (non creda che la moltiplicazione di
francofonie e anglofonie ipersettoriali non risponda al
criterio principale di moltiplicare i posti in universita').
Quanto al provincialismo della cultura italiana, sono d'accordo
fino a un certo punto. Non dobbiamo confondere il dibattito
universitario (specie in certi ambiti) con quello letterario
e culturale tout court. E soprattutto non dobbiamo modellarci
passivamente su problemi e questioni che provedono
da altre situazioni - per esempio dalla storia e dalla
cultura americana. Mi sembra che provinciale sia l'importare
problemi che non sono nostri, modelli che non hanno
ragione di essere. Sono invece del parere che la mancanza di
una politica culturale da parte dell'Italia sia stata e
sia una iattura su diversi fronti. Questo si'.
La politica culturale la fanno i nostri studenti che vanno
in giro per l'Europa grazie all'Erasmus e mostrano che
l'Universita' Italiana, malgrado le inefficienze, e' ancora
(ancora per poco tempo, forse) di alto livello; la fanno
i personaggi come Zeri, non a caso marginalizzati dalle
istituzioni. Ma questo e' un altro problema.
Spero che queste osservazioni, buttate giu' rapidamente,
la confortino nel suo lavoro.
Con molti auguri

Maria Teresa Giaveri (Cattedra di Letterature Comparate)

PS: Ricordo di aver organizzato qualche anno fa un convegno
a Milano sulla cultura svizzera: poiche' mi serviva uno schema
immediatamente leggibile, avevo adottato l'etichetta "Elvezia"
e diviso gli scrittori invitati secondo la lingua.
Era solo funzionale al mio convegno.

Marina MT Giaveri
Via Morigi 7 - 20123 MILANO


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© Bollettino '900 - versione e-mail
Electronic Newsletter of '900 Italian Literature
DISCUSSIONI / B, febbraio 2001. Anno VII - 2001

Direttore: Federico Pellizzi; Redazione: Michela Aveta,
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